Studio Luce ✨
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Visual Storytelling for Luxury & Fashion Brands. Based in Milan, Italy.

Mirabilia Luce n. 013

Frank Stelitano

La fotografia come linguaggio della complessità ––
Una ricerca tra percezione, fisica e visione critica del presente

Il fotografo Frank Stelitano in conversazione con Valentina Monari

 
 
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Tutto è Energia e questo è tutto quello che esiste.
Sintonìzzati alla frequenza della realtà che desideri,
e non potrai fare a meno di ottenere quella realtà.
Non c'è altra via.
Questa non è Filosofia, questa è Fisica.

Albert Einstein

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La scintilla che ha acceso tutto.
Il primo incontro con la fotografia.

Avevo 12 anni quando ho visto la fotografia che più mi ha segnato: quella di William Klein della serie di New York. Era una foto stupenda di un servizio sul rock’n’roll degli anni Cinquanta.

Mi sono detto “Beh, la fotografia non è male”.

Anche quando ho visto l’opera di Danny Lyon, mi sono detto “Ecco, qui inizia la Fotografia”.

 
 

L’urgenza di comprendere ––
Fotografare per dare forma alla complessità del mondo


Fotografo per capire il mondo dove viviamo.

Il mio interesse è di affrontare temi contemporanei, attraverso l’uso di elementi semplici del linguaggio visivo: forma e colore. In più ho sempre avuto una fascinazione per la fisica, la scienza che indaga la realtà. Il mio intento è di rappresentarla visivamente.

Il mondo non è più descrivibile in modo diretto, didascalico, per comprenderlo servono immagini astratte. E’ per quello che il tipo di fotografia che faccio adesso è ispirata da Jackson Pollock e Rothko. E’ importante per me lasciarsi ispirare dall’intero panorama delle arti visive – invece di confrontarsi solo con altri fotografi, così finisce che ci autoghettizziamo.

La comunicazione deve essere accessibile: la ripetizione del concetto aiuta la comprensione.

Non ho interesse a ritrarre una cosa singola, un singolo elemento: la realtà non è determinata dal singolo o da un singolo accadimento/evento. Si comprende solo attraverso la relazione tra gli elementi.

Nel film Cloud Atlas si dice  “Essere vuol dire essere percepiti, pertanto conoscere se stessi è possibile solo attraverso gli occhi degli altri.

Il pensiero precedente è sequenziale, derivava dal mettere una lettera dopo l’altra, come la composizione della pagina di Johannes Gutenberg, o la catena di montaggio di Henry Ford. Nell’era di Internet, invece, la parte più importante è la relazione tra le cose. E’ un’evoluzione da “più ho più sono (+ –)” a “più relazioni ho più sono” (x :).

Mi interessa l’idea di campo, di cose che succedono contemporaneamente, un sistema complesso con dinamiche interdipendenti e pattern ricorrenti. Rappresentato attraverso un immaginario astratto.

Invisible City, Johanna e Wisdom of Uncertainty partono tutti dall’idea di sistema ampio.

 

Aprire il vaso di Pandora: Johanna.
Un’indagine visiva tra informazione, astrazione e comunicazione

Johanna è il lavoro più complesso, il lavoro più importante che ho realizzato. Johanna ha creato per me un nuovo metodo di indagine, consapevole del fatto che per me la contemporaneità non è più rappresentabile in modo letterale.

“La fotografia allude sempre a qualcos’altro”, sostiene Roland Barthes: ho imparato ad utilizzare il linguaggio fotografico per parlare di altro, in modo simbolico – dinamiche sociali in particolare – e soprattutto facendo mio il potere di rappresentazione del linguaggio astratto, attraverso forma e colore.

 

Johanna rappresenta per me un laboratorio di ricerca visiva, nato per comprendere il rapporto tra informazione ed elettromagnetismo, elementi fondamentali della comunicazione contemporanea.

La trasmissione delle informazioni, grazie all'elettromagnetismo, ha portato una rivoluzione a tratti ancora incompresa, che ha dato struttura e forma ai cambiamenti della società.

Per prima cosa, è essenziale cogliere la natura dell'informazione: per Claude Shannon, matematico americano e inventore del bit, l'informazione è l'elemento base del linguaggio.

L’informazione è tradotta in bit con semplici elementi del linguaggio: 'sì' e 'no’, e come stringhe di 'uno' e 'zero'. Visivamente, questi dati sono rappresentati da punti e linee, semplici elementi della comunicazione visiva. Questa traduzione riesce anche a rappresentare la dualità particella-onda del fotone, e dell'elettromagnetismo.

Come secondo punto, l’elettromagnetismo, inteso come medium, ha creato gli effetti veri e propri della rivoluzione dello scambio di informazioni: grazie all'elettricità, che ha permesso lo scambio immediato di informazioni, si è creato un campo di esperienza standardizzato, un sistema nervoso per l'intero pianeta.

Questo nuovo medium ha rimodellato lo spazio e condensato il tempo. In pratica, ha reso il nostro pianeta un piccolo posto.

Dalla sua introduzione, nonostante la loro origine geografica, le comunità ad oggi si basano su interessi comuni, e beni e servizi seguono le stesse dinamiche di produzione di informazioni online.

 

Nella serie fotografica, punti, linee e pattern rappresentano l'effetto della comunicazione contemporanea, interpretano l'evoluzione del nostro modo di vivere.

Si leggono anche forma e proporzioni e l’interazione: il caos e ordine della società secondo i concetti usati da Shannon per inventare la sua lingua, il bit.

Attraverso questo progetto ho capito tante cose, è stato come un vaso di Pandora che si apre. Come “Los Alamos” per William Egglestone, la sua palestra creativa.

Ho compreso come uno schema si può applicare a diversi campi: l’astrazione (segni, simboli, numeri) possono significare più cose.

L’ultima immagine di Johanna ha dato vita a Wisdom of Uncertainty.

 

Wisdom of Uncertainty: La saggezza del caos.
Rappresentare visivamente la realtà in continua trasformazione

Wisdom of Uncertainty è un lavoro che studia le evoluzioni vulnerabili e in continuo movimento del nostro vivere.

Racconta una dinamica sociale in atto: lo stato di allerta per l’ecosistema, la crisi economica e lo smarrimento dei valori delle comunità viventi. Si origina dal mito del self-made man a cui è seguita la proliferazione di un senso di solitudine.

Il neoliberismo della Tatcher difendeva la diversità, l’iniziativa individuale, l’idea che vince il più forte. Su quel concetto è stata basata l’intera economia.

Ma, la realtà in continuo movimento, fa sì che non sia così, non sia più così, in un ambito di villaggio globale.

Non siamo individui singoli, ma una concatenazione. In fisica non si può descrivere un elemento a prescindere dagli altri elementi. Anche le galassie si muovono così.

L’entropia si concepisce solitamente come caos, ma è semplicemente potenziale energetico.

Nasce dal Big Bang – è il cambiare forma dell’energia. La bassa entropia è l’energia potenziale, ad esempio quella di un pistone del motore pronto a liberare energia; l’alta entropia è come la realtà, energia dissipata che si muove.

Nel progetto esprimo quel concetto umanistico attraverso la pratica scientifica, attraverso la fisica: tre gocce di colori primari scivolano per gravità sul vetro bagnato – le forze di entropia e di gravità che si attivano tra le minuscole entità colorate rappresentano la concatenazione, a tratti invisibile, presente nelle relazioni.

Le forme risultanti sono corpi riprodotti nei momenti di relazione, di espansione e in cui è in atto una forza di attrazione reciproca.

Allo stesso modo, anche l’allestimento di Wisdom racconta una realtà in continuo mutamento e instabilità.

Racconto così visivamente la complessità della Realtà: il risultato dei tre elementi è maggiore della sua somma.

Perché la massa critica possa formarsi ––
L’immagine come spazio politico, sensibile, necessario.

Fotografo per condividere la consapevolezza delle cose che imparo. Porre l’attenzione su un tema non discusso.

Non si può scindere l’Arte – la comunicazione attraverso il mezzo artistico – dalla Politica: si lancia un messaggio nella società. E' sempre una questione politica.

Quando ognuno crea il suo pezzettino di visione, insieme si può creare una massa critica di pensiero.

Ogni volta che creo, vado a letto sereno e so di avere fatto il mio.

 

Rigorosamente dritto al punto.
Le influenze che hanno modellato lo sguardo


La persona che più mi è stata di ispirazione è Claude Shannon, matematico, uno dei padri della teoria dell’informazione; Marshall Mc Luhan per i sistemi di comunicazione, e Rudolf Arnheim per la ricerca sulla percezione visiva.

E poi i Ramones, nell’organizzare progetti tight, straight – dritti al punto. Dicevano che durante i concerti, tra una canzone e l’altra, non davano nemmeno il tempo al pubblico di accendere una sigaretta.


 

Il consiglio più prezioso.
Oltre la propria prospettiva – Uscire dalla propria bolla è già un atto creativo


Il mio consiglio più prezioso: ogni persona vive in una filter bubble — fatta di quello che ci piace, le nostre credenze, l’educazione... È normale. È umano.

Se ogni tanto ne esci un po’ dalla bolla, fa bene. A te.
Agli altri.
Alla visione collettiva.

Non è detto che sia solamente così il mondo.
E guardare fuori è già un atto creativo.