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Mirabilia Luce

Stories on Identity to inspire your personal growth. 
Abbiamo un universo dentro.

Mirabilia Luce n. 010
The Act of Dressing: Patrizia Ferro

Buongiorno!

Sono Valentina Monari, art director, e amo raccontare storie attraverso la comunicazione visiva. 

Nel mio lavoro aiuto fashion & luxury brands a nutrire la relazione emozionale con la loro audience, attraverso la creazione di storytelling visivi. 
In parallelo, aiuto i professionisti creativi a promuovere il proprio valore e identità creativa, attraverso un programma di coaching e progettazione di portfolio visivi.

La storia di oggi, introduzione.

Ho conosciuto Patrizia Ferro anni fa, quando lavoravo come assistente Art director per Pablo Arroyo, per Corneliani. Patrizia in quel momento era una figura centrale, che intersecava le sue competenze tra l’ufficio stile, il reparto marketing e la social media communication.

Durante gli shooting delle molteplici campagne – e le altrettante riunioni di coordinamento, fitting, presentazioni… – mi divertiva vederla sfilare lungo i saloni dello show-room o seduta nel van diretti in location, ogni volta con un total-look di colore diverso, ma sempre coerente con sé stessa.
Quale sarà il tuo prossimo periodo colore Patty?
Ci sto lavorando, non è ancora pronto, ma ti faccio vedere il moodboard. Ora inizierà il periodo Pervinca. Peccato che Lady Gaga l’ha spoilerato con quel suo vestito Valentino ai Golden Globes – quello il cui colore apparentemente nessuno della stampa sa definire.

La gioia e il divertimento che mi trasmetteva – oltre all’intuito e la forte identità creativa che trovavo in lei, espressa nello styling – mi hanno ispirato ad approfondire la cosa.

Per la video intervista ho chiesto a Patrizia di riportare alcuni look del suo periodo Suit, selezione scollegata dagli altri periodi colore, ma scelto perchè si lega forse più di tutti alla sua storia personale.
Oltre al fatto che gli abiti le stanno veramente bene.

Come raccontare sé stessi attraverso l’Act of Dressing?

Buona lettura.

Le presentazioni

Patrizia Ferro, originaria di Magna Grecia (Calabria), lavora nell’ambito del fashion e della music industry. Per la moda si occupa di Brand Development and Communication Strategy e nell’industria musicale fa parte del format Akeem e del duo The Perseverance per cui si occupa di communication strategy, art direction, and executive production per artisti musicali.

Alexandre Joux è il regista di origine svizzero-francese che mi ha aiutato a tradurre per immagini l’intervista di Patrizia. Ha un talento particolare nel ritrarre la personalità di chi non posa abitualmente davanti l’obiettivo, riuscendo a mettere a suo agio e a dirigere con impressionante naturalezza la persona. Ho adorato come in questo caso, facendo focus sui gesti e micro-espressioni, ha fatto trapelare la tutta la delicatezza e sensibilità di Patrizia, mentre si susseguiva il racconto e i look.

 

Mirabilia Luce / On The Act of Dressing: Patrizia Ferro

 1. Cosa rappresenta per te l’Atto di vestirsi?

È un rito privato ed intimo, mai casuale. E’ una scelta ponderata e pianificata prima di andare a dormire; in alcuni periodi molto intensi, lo pianifico nel calendario: in agenda segno il guardaroba della settimana, descrivendo il look (capi di abbigliamento e accessori) per ogni giorno.

2. Esiste una narrazione che ruota attorno alla tua immagine?

Cerco di narrare la mia identità, le mie origini e le mie passioni, indipendentemente dalle mode e trend effimeri. Ecco perché molti anni fa ho iniziato a vestirmi seguendo dei codici ben riconoscibili. Mi piace l'idea di avere una sorta di uniforme mai uguale.

3. I simboli/motivi ricorrenti.

A 27 anni ho iniziato ad avere i "periodi" colore nel mio guardaroba del lun/ven: blu notte, bianco, rosso, rosa, denim, marrone, pervinca. Mi vestivo dal cappotto alle scarpe - unghie incluse, indossando capi di quel colore specifico, pochissime sfumature ammesse (solo il bianco e il nero come accessorio). Ad oggi posso dirti che il rosso è il mio periodo preferito.

4. Esiste una contaminazione tra la tua immagine e l’ambiente circostante?

Da bambina il mio passatempo preferito era mettere in ordine cromatico e per motivo le cravatte di mio padre, mi perdevo nel suo armadio, ero affascinata dal suo modo di vestire, sempre in abito.

Credo che questo e lavorare nel menswear abbia una fortissima influenza sul mio modo di vestire, sul mio gusto, e sulla scelta di colori, materiali e tessuti. Il mio stile oggi è fatto prevalentemente da abiti.

5. Il capo preferito e la storia che racchiude.

Una biker jacket in pelle d’agnello di Gianni Versace. Lo comprai ad un prezzo ridicolo da un’amica che aveva un negozio vintage e non riusciva a vendere questa giacca perché il modello era fuori moda, ovvero anni 80. Oggi è la mia giacca passe-partout.

6. Le persone che ti hanno ispirato. I tuoi eroi.

Solange Knowles è diventata col tempo la mia principale fonte di ispirazione, in quanto è un’artista eclettica che ha saputo sfruttare i suoi tanti talenti – musica, danza, attivismo, estetica – per creare un nuovo modello di icona pop contemporanea.

7. Una cosa in cui credi veramente.

Credo nel potere della conoscenza intesa come cultura personale costantemente aggiornata, e approfondimento di tutte le informazioni che contribuiscono a formare il nostro pensiero e modo di vivere.

{ English text }

1. What does the Act of dressing mean to you?

It is a private and intimate ritual, never by case. It’s a weighted and planned choice I use to do before going to bed; in some very intense periods, I even schedule it on my calendar: I add the note “wardrobe of the week”, describing the look for each day.

2. Is there a narrative that revolves around your image?

I want to communicate my identity, my roots and my passions, regardless of fashion and fast trends. That's why years ago I started dressing myself following specific codes. I like the idea of having a kind of uniform that is never the same.

3. Are there recurring motifs that return in your image?

When I was 27 years old I started to have the colour periods in my Mon / Fri wardrobe: night blue, white, red, pink, denim, brown, periwinkle. I used to wear a specific colour from coat to shoes - nails included; very few shades were allowed (white and black were allowed as accessory).  So far I can tell red is my favourite colour period.

4. Is there a contamination between your image and your surroundings?

When I was a child my favorite pastime was to put in chromatic and motif order my father's ties. I loved getting lost in his wardrobe, I was fascinated by his way of dressing, always in a suit.
I believe that this and working in menswear has a very strong influence on my way of dressing, on my taste, on the choice of colors, materials and fabrics. My style today is mainly made of suits.

5. Favourite garment and the story behind it.

A lambskin biker jacket by Gianni Versace. I bought it at a ridiculous price from a friend who had a vintage shop and was unable to sell it because of its old fashioned 80’s style. Today it is my passe-partout.


6. Are there people that have inspired you? Your Heroes.

Solange Knowles has become my main source of inspiration. She is an eclectic artist who has been able to exploit her many talents - music, dance, activism, aesthetics - to create a new model of contemporary pop icon.

7. A thing you really believe in.

I believe in the power of knowledge as a constantly updated personal culture, and an in-depth analysis of the information that influence our mindset and way of life.

 
 

{ Prossime interviste }

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"Volli sempre volli fortissimamente volli!" 

Credo di poter usare questa famosissima frase per iniziare a descrivere con quanta passione, impegno e anche andando in completa antitesi con la mia famiglia, ho costruito la persona che sono e il ruolo che oggi occupo all'interno del mondo del lavoro di cui faccio parte.

Classe 1971, reggina di nascita  ma catanese d'adozione, sono sempre stata una persona creativa e con delle evidenti qualità comunicative e artistiche di spicco; figlia unica, cresciuta in un contesto familiare dove l'arte era apprezzata come contesto ludico e di arricchimento personale ma non certo con l'idea di poter sviluppare una carriera artistica, dopo aver portato avanti gli studi dell'obbligo e aver acquisito la maturità classica decisi con il raggiungimento della maggiore età di sollevarmi "dall'obbligo" di continuare quel che era stato deciso per me ovvero continuare la carriera legale che da generazioni nella mia famiglia è stato sempre tramandato, per seguire la mia vocazione e finalmente poter studiare e accrescere le mie competenze nel mondo dell'immagine. (…)

 

 

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